
Coordinate nelle montature equatoriali
I sistemi di coordinate più utilizzati per orientarsi nel cielo sono l’altazimutale e l’equatoriale, dai quali prendono il nome le corrispettive montature.
Oggi analizzeremo l’utilizzo della montatura equatoriale.
A tutti gli effetti si tratta di montature che realizzano un allineamento dei due gradi di libertà meccanici che possiedono, direttamente alle coordinate celesti, per mezzo di un preventivo allineamento polare (e il più possibile accurato a seconda dell’uso, maggiore se fotografico, più blando se solo visuale) per mezzo di un’alzata del corpo parimenti indirizzato con la latitudine di osservazione.
Ciò avviene alla stessa maniera, nelle diverse configurazioni in cui è realizzata, quali per esempio “alla tedesca” che è una T inclinata (Rif. 2), oppure “a forcella” (che si presenta come una U inclinata, Rif. 3) o altre meno frequenti per i modelli amatoriali ma che basano il principio d’uso sugli stessi concetti e che quindi oggi non consideriamo. Attenendoci ai due citati e più diffusi, che hanno peraltro maggiore immediatezza di utilizzo, si assolve al posizionamento polare per lasciare di fatto alla montatura soltanto più il compito, una volta puntato l’oggetto celeste, di inseguirlo per mantenerlo nel campo di osservazione tramite la compensazione della rotazione terrestre.
A questo scopo si devono quindi allineare gli assi della montatura con quelli celesti perché si possano utilizzare correttamente le coordinate dell’oggetto che si intende puntare.
Questa fase indispensabile per il corretto utilizzo viene definita: la messa in stazione.
Per prima cosa orientate verso Nord (preventivamente individuato magari approssimativamente proprio dalla Stella Polare) il piede del cavalletto (che solitamente riporta l’indicazione N) o l’asse polare dal lato ascendente (Rif. 2).
Il secondo passo è quello di metter lo strumento in bolla, senza impazzire, ma con un errore minimo sia per fruire meglio dell’indicazione di latitudine (con indice o nonio che sia) presente sulla base del corpo della montatura stessa, sia per ottimizzare attorno al baricentro il corretto scarico del peso.
Questo fa si che l’asse immaginario passante verticalmente tra le gambe del treppiede sia perpendicolare al terreno.
Quindi, tramite le due chiavi ed il cerchio graduato riportati in figura 1 inclinate la montatura in funzione della vostra latitudine (Torino 45°) e dell’inclinazione del terreno sulla quale vi trovate (pianura o pendio).
Osservando quindi dal foro (se presente nell’asse polare, figura 2) o attraverso il cannocchiale polare (se disponibile, Rif. 4), individuate la stella polare e centratela nel vostro campo visivo. Di nuovo sarà procedura da effettuarsi con diverso grado di precisione a seconda di quanto ci si prefigga di fare (e.g. precisione in maggior misura per astrofotografia).Per un rapido controllo dell’allineamento, puntate con il telescopio a basso ingrandimento e largo campo (oculare da 25 mm o più) la stella polare e ruotate l’asse di declinazione, la stella dovrebbe stazionare in prossimità del centro del campo inquadrato e comunque all’interno dello stesso.
A questa stessa operazione ci si deve attenere qualora lo strumento non fosse dotato né di cannocchiale polare, né di asse forato allo scopo di accoglierlo, come avviene per numerose montature economiche (leggasi EQ1 ed EQ2), procedendo alla regolazione della latitudine servendosi del cercatore ancora prima che dell’ottica dello strumento principale.
Le successive correzioni necessarie da effettuare un poco in Azimut e Latitudine dovrebbero consentire via via un avvicinarsi per approssimazioni successive al corretto allineamento polare. Se fate solo visuale non perdeteci più di 5-10 minuti che l’errore commesso di norma non sarà così grave da inficiare l’uso delle coordinate.
Siamo quindi pronti ad usare al meglio il nostro strumento, riportiamo per comodità i parametri chiave per orientarsi (Già definiti in “LE COORDINATE CELESTI”, Rif. 1):
-ASCENSIONE RETTA (A.R.): La distanza longitudinale dal punto di Gamma.
-DECLINAZIONE (DEC): La distanza latitudinale dall’equatore celeste.
Ipotizziamo di dover trovare l’ammasso stellare M13, individuiamo la più vicina stella grande, Vega, e segniamo le rispettive coordinate equatoriali:
1)Vega:
A.R. 18h 35m
DEC +38° 44′
2)M13
A.R. 16h 40m
DEC 36° 33′
Una volta puntata la stella verifichiamo che la declinazione segnalata dal corrispondente cerchio sia corretta (Figura 3, di norma il cerchio di declinazione è FISSO e tarato di fabbrica, ma non si sa mai e se così non fosse si può registrare ruotandolo e portandolo sulla DEC della stella usata di riferimento).
Mentre per il valore di A.R. dovremo sempre calibrare il nostro cerchio (Figura 4) poiché la sua posizione dipenderà dal ora e dal giorno in cui si esegue l’osservazione. Il cerchio di A.R., che è mobile e deve rimanere tale per la taratura, sarà poi solamente fissato una volta cominciato l’inseguimento, dopo aver terminato il puntamento.
Registriamo quindi il cerchio di A.R. ruotandolo fino a farlo corrispondere al valore della stella puntata. Da qui comincia l’inseguimento liberando gli assi di A.R. e DEC, spostando a mano il telescopio, ed utilizzando le indicazioni fornite dai cerchi graduati per puntare l’oggetto desiderato attraverso le sue coordinate.
E questo varrà sia per l’ammasso M13 d’esempio sia per qualsiasi oggetto celeste!
Anzi ora basterà impostare il tubo sulla Declinazione dell’oggetto cercato, per avere la quasi certezza (a seconda della precisione raggiunta con il puntamento polare) di trovarsi nel cerchio di rotazione che si vuole far compiere allo strumento (attorno all’asse di A.R.) che incrocerà l’oggetto voluto in un solo punto: quello del suo valore di A.R.
#CelestiaTaurinorumRiferimenti:
Rif. 1: http://www.celestiataurinorum.it/category/astronomicalpi
Rif. 2: http://www.danielegasparri.com/struttura/Eq2_.jpg
Rif. 3: http://www.astrofilisenesi.it/_images/mont_equatoriale.gif
Rif. 4: https://www.astronomics.com/polar-alignment-finderscopes_c416.aspx
Altri riferimenti:
http://www.oacn.inaf.it/~brescia/TNC/sito_web/prog_didattica/mod4_telprog/lezione_brescia.pdf
http://www.astronomyhints.com/mounts.html